Per Formare… un’Impresa

Conosco Maurizio Piccinetti per motivi professionali in quanto socio fondatore di una delle più interessanti realtà operanti nell’ambito del mercato del lavoro e della formazione professionale della Capitale. Ricordo una sua brillante partecipazione all’inaugurazione di “Porta Futuro”, progetto innovativo della Provincia di Roma dove ebbi modo di conoscerlo e di apprezzare i suoi interventi e il modo in cui aveva organizzato l’evento. Da allora le nostre strade professionali si sono incrociate diverse volte sia per la comune partecipazione a convegni di settore, sia per la disponibilità con cui Maurizio ha partecipato ad alcune nostre iniziative formative; infatti è stato “testimonial” in aula durante alcuni seminari organizzati da ATDAL Over 40 sul mercato del lavoro e sulla ricerca di una nuova occupazione, rivelandosi un vero e proprio “trascinatore”.

Maurizio Piccinetti è socio fondatore di “Per Formare”, un’agenzia formativa costituita a Roma nel 1992 sotto forma di Associazione non- profit. Ha acquisito personalità giuridica ed è iscritta nel registro delle Associazioni della Regione Lazio. E’ accreditata presso la Regione per attività di Orientamento e Formazione Superiore e Continua, ed autorizzata a svolgere la funzione di Ente Promotore di Tirocini. Per Formare è inoltre un’Agenzia per il Lavoro (autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).

Nel 2014 la partnership tra Per Formare e ATDAL Over 40 si è rafforzata grazie alla reciproca collaborazione in due progetti, entrambi finanziati dal Programma europeo per l’apprendimento permanente (LLP) Grundtvig: “Evolve” e “IMAL”, due sigle ben note ai nostri soci e simpatizzanti. Nel mese di  marzo, nella bella sede di Per Formare a via Napoleone III, si è svolta una delle prime visite di studio organizzate da ATDAL Over 40 per far conoscere ad un gruppo di volontari inglesi in trasferta a Roma la locale realtà del mercato del lavoro e della formazione. A luglio la nostra associazione ha “ricambiato” contribuendo a diffondere, per il progetto “Innovations in Mature Adult Learning”, il  questionario sulla motivazione degli adulti all’apprendimento e sulle loro preferenze nella formazione. Ricordiamo che il progetto IMAL, oltre all’Italia che è rappresentata da Per Formare, coinvolge partners attivi in cinque Paesi (Danimarca, Grecia, Polonia, Spagna e Turchia), si avvale della collaborazione di ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è finalizzato ad esplorare il punto di vista dell’utente finale, i fattori alla base delle sue scelte formative e quelli che ne sostengono la motivazione.

Qual è stata la motivazione principale che ti ha portato ad intraprendere questa attività?

La mia scelta di lavorare “in proprio” risale al 1987. In quell’anno ho realizzato il mio primo progetto di azienda, fortunatamente per scelta e non per necessità. Infatti per realizzarlo mi sono dimesso da un’azienda nella quale ero dipendente a tempo indeterminato. In seguito ho di nuovo lavorato come dipendente in Organismi di rappresentanza per poi tornare a mettermi in proprio, e la motivazione che mi ha spinto a farlo è stata sempre la stessa: la curiosità e la voglia di esplorare nuove opportunità e crescere attraverso nuove sfide e nuovi stimoli.

Quali sono le competenze precedentemente acquisite (sia lavorative che extra-lavorative) che ti sono state utili per la nuova attività e quali sono quelle che hai dovuto acquisire o stai ancora acquisendo?

Mi viene da dire: tutte ! In particolare quelle sociali / relazionali costruite e affinate nel lungo periodo nel quale ho lavorato per le cosiddette Parti sociali. Le competenze hanno la necessità di essere messe in atto, per poter confermare di averne padronanza. Quindi l’atteggiamento che ho assunto è quello di chi vede il proprio sviluppo come un “cantiere aperto” dove nulla si può dire ancora finito. Ovvero l’ottica con la quale affronto le attività quotidiane è incentrata sul “si può sempre migliorare” soprattutto nelle cose che pensi di fare meglio, per evitare di disperdere (invece che acquisire) e divenire poco ricettivi alle novità.

Quali sono, per quanto riguarda la tua attuale esperienza, i fattori critici di successo della tua attività, le competenze distintive che hai apportato al tuo business, le cose che rifaresti e quelle invece da migliorare.

Parto dall’ultima domanda in quanto è il mio “chiodo fisso”. Dove e come possiamo migliorare ? La domanda me la pongo, anzi ce la poniamo tutti nella nostra struttura. Questo perché noi ci ispiriamo alla learning organization. Il motore di ogni nostra attività è l’aspirazione a rappresentare una struttura in grado di formare competenze con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione. Aderiamo pertanto convintamente ad un approccio di miglioramento continuo.

La competenza distintiva che ho cercato di apportare, condividendola con tutti i miei colleghi, è legata alle nostre passioni, al desiderio e determinazione di fare la differenza. Il mio motto è “you can make the difference, always”. Infatti credo che capacità di leadership e il background culturale rappresentano i fattori di successo per ogni iniziativa (e su entrambi i fattori ognuno di noi può lavorare per migliorarli).

In “Per Formare” i nostri interventi fanno sempre riferimento ai nostri valori e sono tesi a promuovere la diffusione della cultura del coinvolgimento – “engage for success” – in quanto crediamo nel business consapevole nel quale il leader deve possedere, come qualità più importante, la capacità di incoraggiare le persone a vedersi come membri di un sistema più vasto, con una visione comune e valori comuni, alla ricerca di uno scopo condiviso da tutti in un ambiente di mutuo supporto e rispetto.

Quali sono, a tuo avviso, le cose che un’associazione come ATDAL Over 40 potrebbe fare per supportare la nascita di nuove imprese?

ATDAL Over 40 può avere oggi più che mai un ruolo fondamentale sostenendo i lavoratori maturi, che si trovano momentaneamente fuori dal mondo del lavoro, facendoli sentire parte attiva di una grande comunità. E visto che mi è stata rivolta la specifica domanda, mi permetto di lanciare un’idea. Potrebbe realizzare uno spazio condiviso dove gli “older workers” che si trovano senza lavoro, possano avere un posto e un supporto dove iniziare di nuovo a progettare. Un co-working dove sostenere la nascita di progetti, nuove sfide da affrontare con rinnovata curiosità e coraggio. Anche questa è un’impresa.

(*)  Intervista di  Aurelio De Laurentiis

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