QUALI PROBLEMI E QUALI RESPONSABILI

QUALI PROBLEMI E QUALI RESPONSABILI

Se facciamo mente locale sui problemi che affliggono l’Italia pensiamo che, senza stabilire delle priorità, si possano individuare queste tematiche: costo della vita, disoccupazione, mercato del lavoro e tutele, pensioni e welfare, costi della sanità, evasione fiscale e lavoro nero, tasse elevate, corruzione, mancanza di rispetto delle regole della convivenza civile e mancanza di controlli, certezza del diritto, malavita organizzata. Una lunga lista, certamente incompleta, ricca di temi che dovrebbero occupare un posto prioritario nei programmi di qualsiasi governo. Ma, dalle dichiarazioni dei politici, dai media e, soprattutto, dai social network emerge che tutti questi problemi sono secondari perché l’unica vera emergenza sarebbe data dall’immigrazione, fenomeno del quale è facile individuare i responsabili per l’appunto negli emigranti.crisi-economica

Eppure esistono altri responsabili delle attuali condizioni del nostro Paese, nei confronti dei quali non si coglie quel senso di ribellione che viene più facile esprimere se il nemico di turno è più debole, secondo la logica “forte con i deboli e debole con i forti”.

Proviamo ad analizzare alcuni dei principali problemi del Paese cercando anche di attribuire le responsabilità a coloro cui competono.

Costo della vita, nel gennaio del 2002 entra in vigore l’EURO

Dalla mattina alla sera i prezzi al dettaglio raddoppiano grazie al fatto che i commercianti equiparato 1 euro a 1000 lire. Il cambio corretto euro/lira si applica solo agli stipendi e alle pensioni. Nessun controllo, nessuna misura atta a contrastare la speculazione.

Conseguenze: diminuzione del potere di acquisto, calo dei consumi, impoverimento di tutti i ceti popolari.

Responsabili: commercianti e il Governo (2° Governo Berlusconi in carica dal 2001 al 2005) timthumb

Dal 2008 in avanti: crisi economica mondiale

La crisi parte dagli USA ed è determinata da speculazioni della finanza che portano al fallimento alcune tra le principali banche mondiali. In tutto l’Occidente i Governi intervengono con soldi pubblici per impedire il fallimento di molti istituti di credito.

Conseguenze: Migliaia di risparmiatori hanno perso i propri risparmi e migliaia di cittadini hanno perso la casa gravata da un mutuo.

Responsabili: il sistema finanziario mondiale, le politiche dei Governi che hanno consentito il gioco speculativo della finanza e hanno ripianato con denaro pubblico le situazioni fallimentari.

Disoccupazione

Dall’inizio del nuovo millennio centinaia di medie e grandi aziende hanno delocalizzato la produzione in altri paesi. La scelta di trasferirsi all’estero è stata agevolata da tutti i Governi in carica in Italia sostenendo il taglio dei lavoratori con i prepensionamenti, la mobilità, la cassa integrazione. In meno di un ventennio si è perso più del 25% del nostro assetto industriale. Nessun serio programma di investimenti in sviluppo e ricerca è stato avviato dai Governi che si sono succeduti.th

Responsabili: il sistema imprenditoriale italiano, tutti i Governi degli ultimi 20 anni, le organizzazioni sindacali che non hanno saputo / voluto opporsi a queste manovre.

Pensioni

A partire dal 1992 si sono susseguite una serie di riforme tutte finalizzate a peggiorare il diritto di accesso alla pensione e a ridurre il valore della rendita.

1992: Riforma Amato: si allunga l’età pensionabile e sale la contribuzione minima. Composizione Governo (DC, PSI, PSDI, PLI)

1995: Riforma Dini: si passa dal sistema retributivo al contributivo e viene introdotta la soglia minima dell’età anagrafica da abbinare ai 35 anni di contribuzione.

Composizione: Governo Tecnico sostenuto da PDS, Lega Nord, PPI, Verdi, PSI, forze minori. 1997: Riforma Prodi: aumentano i requisiti di accesso alla pensione di anzianità per i lavoratori autonomi; blocco della rivalutazione dei trattamenti previdenziali.

Composizione del Governo (PDS, Popolari per Prodi, Rifondazione Comunista, Rinnovamento Italiano, Verdi, PPI, altre forze minori)

2001: Riforma Berlusconi: sale l’importo minimo delle pensioni minime e sociali, viene introdotta la possibilità di cumulo, la pensione di anzianità sale a 58 anni con 37 di contributi. 2004: Finanziaria Governo Berlusconi. Compare per la prima volta il contributo di solidarietà – pari al 3% – sui trattamenti superiori a 25 volte il minimo.

Composizione del Governo (FI, AN, Lega Nord, Nuovo PSI, CCD-CDU, PRI e altre forze minori). 2004: Riforma Maroni: introdotto lo “scalone” con l’inasprimento dei requisiti per la pensione di anzianità ed innalzamento dell’età anagrafica.th (1)

Composizione del Governo (FI, AN, Lega Nord, Nuovo PSI, CCD-CDU, PRI e altre forze minori). 2007: Riforma Prodi: Addio allo scalone, al suo posto il “sistema delle quote” determinate  dalla somma dell’età e degli anni lavorati. L’età pensionabile per le donne del pubblico impiego sale, gradualmente, fino a 65 anni.

2007: Finanziaria Governo Prodi: aumenta di cinque punti percentuali la contribuzione dovuta dagli iscritti alla gestione separata dell’Inps.

Composizione del Governo Prodi (Ulivo, Rifondazione Comunista, IDV, PDS, Popolari per Prodi, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Rosa nel Pugno, Udeur e altre forze minori)

2011: Governo Monti: con la Riforma Monti-Fornero viene cancellato il sistema delle quote e si estende a tutti il sistema contributivo pro-rata. Viene innalzata l’età minima per la pensione e le donne sono equiparate agli uomini. Arriva la fascia flessibile di pensionamento per i lavoratori con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre dopo il 1996: 63-70 anni. La Legge di Stabilità 2014 introduce il contributo di solidarietà sugli importi di pensione superiori a quattordici volte il trattamento minimo Inps.

Composizione: Governo Tecnico sostenuto da Popolo della Libertà, PD, UDC, Futuro e Libertà, Popolo e Territorio, Alleanza per l’Italia, PLI, PRI e altre forze minori).

Responsabili degli interventi sulle PENSIONI: Tutti i Governi che si sono succeduti dal 1992 in poi.

 Mercato del Lavoro e Tutele

1997: Riforma Treu – Governo Prodi: vengono introdotte prime forme di flessibilità in entrata sdoganando il lavoro interinale, fino ad allora proibito, e il ritorno a modelli di apprendistato.

Composizione del Governo (PDS, Popolari per Prodi, Rifondazione Comunista, Rinnovamento Italiano, Verdi, PPI e altre forze minori)

2003: Riforma Biagi: aumenta la flessibilità in entrata sul mercato del lavoro, con la moltiplicazione delle modalità di lavoro atipico e l’ampliamento del ricorso al lavoro interinale. Composizione del Governo (FI, AN, Lega Nord, Nuovo PSI, CCD-CDU, PRI e altre forze minori) 2012: Riforma Fornero – Governo Monti: riduce le garanzie e la sicurezza del lavoro abbattendo il costo dei licenziamenti.

Composizione: Governo Tecnico sostenuto da Popolo della Libertà, PD, UDC, Futuro e Libertà, Popolo e Territorio, Alleanza per l’Italia, PLI, PRI e altre forze minori.

2014: Governo Renzi: con il Jobs Act riconferma ed amplia gli spazi alla flessibilità del lavoro mentre elimina le tutele dei lavoratori fino alla abolizione del reintegro per giusta causa.

Responsabili degli interventi sulle condizioni dei lavoratori: tutti i Governi che si sono succeduti dal 1997 in poi.

 Evasione Fiscale e Lavoro Nero

Il lavoro nero dilaga da Sud a Nord. Il settore agricolo è quello maggiormente interessato ma subito dopo viene quello dell’edilizia nel quale primeggiano le imprese edili del Nord. Infine il settore dell’assistenza domiciliare nelle regioni del Nord e del Centro. La maggior parte dei lavoratori in nero sono immigrati regolari o irregolari.

La piaga del lavoro nero incrementa considerevolmente il fenomeno dell’evasione fiscale e contributiva che vede l’Italia in testa a tutte le classifiche mondiali.

Responsabili: imprese agricole, piccoli e medi imprenditori, la mafia del caporalato,  la mancanza di coscienza civica (chi evade il fisco in Italia è considerato da molti un furbo, non un delinquente), tutti i Governi che non hanno mai attuato politiche di reale contrasto all’illegalità nel mondo del lavoro nero e all’evasione fiscale.

 Sanità

Le statistiche dicono che oltre 10 milioni di italiani non riescono più a curarsi per i costi dei servizi sanitari. La responsabilità del settore sanitario è delegata alle Regioni dove si sono registrati incrementi dell’importo dei ticket sanitari e tagli di risorse economiche destinate alle strutture pubbliche, risorse dirottate verso la sanità privata. Queste scelte sono state attuate nella maggior parte delle Regioni indipendentemente da chi le governa.

 

Responsabili delle politiche sanitarie: i Governi in carica negli ultimi 20 anni sia a livello nazionale che regionale.

 Conclusioni

Ci fermiamo qui. Per quanto riguarda la corruzione, il malaffare, la mancanza di senso civico,  la certezza del diritto, ecc., lasciamo a voi ulteriori riflessioni.

Ma limitandoci ai punti che abbiamo esaminato non siamo riusciti a trovare tra i responsabili dei nostri guai gli immigrati. E allora ci siamo chiesti se e quando la rabbia che sale nel Paese nei loro confronti si manifesterà con analoga decisione anche nei confronti della finanza e dei finanzieri, degli imprenditori che de localizzano o fanno lavorare in nero, dei politici e delle loro politiche, degli speculatori, delle mafie di ogni tipo, degli evasori fiscali, ecc.

Ma forse ci illudiamo, questi sono “poteri forti” che ben pochi hanno il coraggio di attaccare e che, anzi, in molti invidiano e forse vorrebbero poter partecipare alla stessa greppia.

 (*) Editoriale pubblicato nella Newsletter Atdal Over 40 CentroNord  n. 6 del 28 settembre 2018

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Prevenire l’esclusione dai servizi in età anziana

Prevenire l’esclusione dai servizi in età anziana

Immagine Il 14 settembre 2018 il Presidente di Atdal Over 40 ha partecipato ad un seminario internazionale organizzato dal network per la “Riduzione dell’Esclusione Sociale in Età Anziana in Europa” (ROSEnet – sito: www.rosenetcost.com), in collaborazione col locale Centro Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’IRCCS – INRCA (Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico; sito: www.inrca.it) . L’evento, ospitato nel Salone della Loggia dei Mercanti di Ancona – edificio in stile “gotico fiorito veneziano” risalente al XV secolo, di proprietà della Camera di Commercio – è stato finanziato da COST (Cooperation in Science and Technology), rete europea di ricercatori, con fondi del Programma EU Horizon 2020. Tema dell’incontro: i rischi di esclusione e le difficoltà sperimentate dagli anziani nell’accesso a vari tipi di servizi (sanitari, assistenziali, di trasporto collettivo o mobilità individuale, servizi ICT / informazione e comunicazione ecc.), e le implicazioni per la salute, il benessere e la partecipazione sociale. Nell’intervento introduttivo Giovanni Lamura dell’INRCA ha avvertito che il rischio di esclusione dai servizi è presente in misura e modalità diverse in tutta Europa, ma in Italia va studiato con particolare attenzione per le caratteristiche specifiche della nostra popolazione anziana (avente una bassa alfabetizzazione tecnologica / informatica) e delle politiche pubbliche d’investimento nel settore degli istituti residenziali di cura (parimenti inferiore a quella dei Paesi europei più avanzati). Keiran Walsh, presidente esecutivo di ROSEnet ha illustrato le linee di azione lungo le quali si sviluppa il progetto ed i risultati attesi, dall’inizio nel 2016 sino alla conferenza conclusiva in programma nel 2020. James Glover, direttore responsabile dei Servizi Sanitari di Comunità a Dublino, ha svolto un intervento di taglio operativo, sottolineando che l’esclusione in età matura si può prevenire, ampliando sin dall’inizio dell’età adulta il proprio “capitale sociale” (l’insieme delle risorse di tipo relazionale durature che un individuo può utilizzare, insieme ad altre risorse, per perseguire i propri fini). L’attuale sistema sociale tipico dei Paesi occidentali più sviluppati è di per sé “escludente” in quanto caratterizzato da complicatezza / burocraticità, basato sulle diseguaglianze e, se possibile, anche discriminatorio e poco rispettoso delle diversità (di età, genere, etnia, orientamento sessuale ecc.). Glover ha tuttavia affermato che i Paesi anglosassoni sono meglio attrezzati per combattere l’esclusione in quanto stanno abbandonando cost-logo-blacklegislazioni / regolamentazioni di tipo tradizionale (“rights-based”, basate sui diritti individuali, sulla consapevolezza di averli – awareness – e sulle azioni necessarie per esercitarli) per avviarsi verso sistemi normativi di “pro-active duties”; questi ultimi sono più avanzati socialmente in quanto danno per presupposta l’esistenza dei diritti individuali, e in più richiedono alle pubbliche autorità di attivarsi “autonomamente e proattivamente”, a prescindere dal reclamo del singolo cittadino ed anzi per far sì che “a monte” non si creino le condizioni per un reclamo. Infine, la relazione del manager pubblico irlandese è stata arricchita da 6 consigli pratici per gli stakeholders della cura (politici, amministratori locali, operatori socio-sanitari, ricercatori ecc.) per prevenire l’esclusione degli anziani: 1) assumete un “champion” dell’inclusione (o diventate uno di loro), cioè una persona che agisca “mettendoci la faccia” promuovendo dichiaratamente l’inclusione; 2) procuratevi legalmente la libertà di agire in modo creativo, bypassando livelli gerarchici e burocratici; 3) date potere a team di lavoro multidisciplinari dove i vari membri (medico, infermiere, ricercatore, assistente sociale, psicologo ecc.) contribuiscano in modo equilibrato; 4) assicuratevi che i processi politici e decisionali (policy- e decision-making) abbiano al centro “la persona”; 5) coinvolgete le persone anziane e i loro familiari nel lavoro di gruppo (involvement groups); 6) pianificate un percorso verso l’equità e l’inclusione, e monitoratene periodicamente lo stato di avanzamento. Tra le altre relazioni della prima parte del seminario, si è distinta quella di Francesco Barbabella, giovane ricercatore presso INRCA ed Università svedese di Linnaeus, il quale ha ricordato che per una persona anziana i servizi ICT (informatici / telematici) possono essere sia causa di esclusione che strumento di inclusione, a seconda del tipo di vita e di istruzione che la persona ha avuto: pertanto l’inclusione – come del resto l’apprendimento – va perseguita e coltivata durante tutto l’arco dell’esistenza (life-long). Ha citato il caso dell’Estonia, repubblica baltica tra le più avanzate al mondo nel processo di “digitalizzazione del welfare”, il che presuppone che i beneficiari del sistema (cioè gli anziani) siano messi in condizione di accedervi ed usufruirne pienamente. Tra gli opposti estremi dell’alfabetizzazione tradizionale (saper leggere, scrivere e fare i conti) e di quella digitale, la prima rimasta sostanzialmente immutata dalle sue origini e la seconda in continua evoluzione, nessuno e tanto meno la persona di età matura ha una “terza via”: o ci si aggiorna costantemente oppure si rischia l’esclusione e l’isolamento sociale. logo_inrca1Nel pomeriggio, gli esperti e i ricercatori hanno lasciato la parola ai rappresentanti di alcune associazioni di volontariato di Paesi europei che hanno citato le rispettive buone pratiche ed esempi /strumenti di inclusione: di tipo istituzionale (il difensore civico “Defenseur des Droits” in Francia), di tipo misto pubblico-privato (la rete “MonaLisa” sempre in Francia), oppure interamente volontaristico-privato (il servizio “Filo d’Argento” di AUSER – Associazione Italiana per l’Invecchiamento, che offre agli anziani attraverso una capillare rete di strutture territoriali i più disparati servizi come ad es. : accompagnamento in auto, consegna pasti, spesa e farmaci a domicilio, aiuti in casa, disbrigo pratiche burocratiche, compagnia al telefono, compagnia a casa, attività di socializzazione presso case di riposo e residenze sanitarie assistite. Le ore di assistenza svolte in un anno sono circa 2.700.000, 17 milioni i chilometri percorsi in un anno in Italia dai volontari, con più di 5.000 automobili, di cui un 20 % di proprietà di AUSER, acquistate anche grazie ai fondi del 5 per mille dell’IRPEF).

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ALTRE 100 DI QUESTE NEWSLETTER!

ALTRE  100  DI QUESTE NEWSLETTER!

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Gentili Socie, cari Soci e Simpatizzanti di Atdal Over 40,

grazie per aver accolto calorosamente la nostra proposta di scrivere insieme la Newsletter numero 100 e tagliare tutti insieme l’importante e impegnativo traguardo!

Abbiamo raccolto le vostre parole, le vostre immagini, le vostre idee, il vostro estro e le vostre riflessioni, ed ecco il risultato… buona lettura!

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Lontani dalla realtà

Lontani dalla realtà

Fino al 31 maggio 2018 il nostro Paese non ha avuto un nuovo governo. La responsabilità di questa inaccettabile situazione è stata tutta della classe politica e delle competenti autorità dello Stato – soggetti qui considerati nel loro insieme e senza voler entrare nel merito di quale fazione o persona debba considerarsi la maggior colpevole del prolungarsi di questa crisi –  che a quasi tre mesi dalle elezioni del 4 marzo 2018 non erano ancora in grado di assolvere al compito che i cittadini avevano loro assegnato.

Lontani dalla realtà venivano definiti alcuni membri della Commissione Lavoro del Senato dal nostro socio fondatore Armando Rinaldi dopo aver partecipato a marzo 2015, come membro della delegazione di Atdal Over 40 all’audizione di rappresentanti dell’associazionismo sociale su alcuni DDL in materia di lavoro e welfare (trovate info e video-intervista ai link: https://bit.ly/2JlcroK e https://bit.ly/2shu7rN ).depositphotos_105486858-stock-photo-when-book-takes-you-away

Tre anni dopo, nulla sembra essere cambiato. Tranne le percentuali delle persone in povertà assoluta che sono aumentate, e di quelle con contratto a tempo indeterminato (s’intende quello vero, prima che fosse sostituito dal Jobs Act) che sono diminuite.

 

Quei disegni di legge, sui quali Atdal-Over40 venne chiamata a pronunciarsi depositando una corposa memoria, sono rimasti a marcire nei cassetti del Senato, assieme ai risultati dell’indagine parlamentare del 2005 sulla condizione dei lavoratori over 40 in Italia e al disegno di legge “Disposizioni per favorire il reinserimento dei lavoratori espulsi precocemente dal mondo del lavoro e per il sostegno ai disoccupati di lunga durata, non più ricollocabili” ripresentato ad ogni legislatura su iniziativa della nostra associazione.

Lontani dalla realtà, dunque, sembrano essere ancor oggi i nostri rappresentanti istituzionali di fronte ad un Paese che per tre mesi ha assistito a schermaglie, disquisizioni e veti incrociati incomprensibili per chi ha perso il lavoro o vive nella precarietà, e che hanno ritardato la soluzione dei nostri grandi problemi economici e sociali.

Qui trovate la notizia pubblicata su Age Platform

 

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Risultati assemblee associative 2018

Risultati assemblee associative 2018

Le assemblee di Milano (7 marzo 2018) e Roma (22 marzo 2018) hanno deliberato:

  • di non ricostituire il Comitato Direttivo Centro Nord e, per l’effetto, di affidare l’amministrazione dell’associazione al Comitato Direttivo per il Centro Sud;
  • di approvare il trasferimento della sede legale da via Bianca Maria 35, 20122 Milano a via Sorelle Marchisio 49, 00168 Roma;
  • di approvare il bilancio consuntivo 2017;
  • di approvare il preventivo 2018; assemblea_voto-1-425x265
  • di nominare Stefano Giusti, Donato Pisciotta e Amedeo Valenti membri del Collegio dei Probiviri per il triennio 2018 – 2020.

I Consiglieri in carica sino all’approvazione del bilancio per l’esercizio 2018 sono:

  • Walter Deitinger – Presidente
    Nicola Fasciano
  • Giovanni Laratta (*)
  • Dario Paoletti
  • Maria Federica Rossi
  • Daniela Savoia
    Alessia Spinazzola – Tesoriera
  • Antonio Succi (*)

(*) consiglieri domiciliati a Milano

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Convocazione assemblea dei soci centro sud

Convocazione assemblea dei soci centro sud

Gentili Socie, cari Soci e Simpatizzanti,

qui trovate il numero speciale della newsletter dedicato all’assemblea annuale di ATDAL OVER 40, contenente:

  • l’avviso di convocazione con l’ordine del giorno
  • le indicazioni per raggiungere il luogo della riunione
  • il regolamento dell’assemblea.

E’ previsto che l’assemblea si svolga in seconda convocazione giovedì 22 marzo p.v. alle ore 18:00, presso la sede della Fondazione “Fondaca” in Vicolo Del Bologna, 20 – Roma (Trastevere). E’ gradita la conferma della partecipazione da parte Vostra, rispondendo a questa e-mail.VicolodelBologna 20

Dopo l’assemblea, orientativamente alle ore 20,00, ci tratteniamo a cena in un locale di Trastevere lì vicino. Chi vuole trascorrere la serata in compagnia può prenotarsi inviando un messaggio via SMS o Whatsapp al n. 328 6620987 col proprio nome e cognome.

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